Catullo e Sirmione

CatulloIl Carme 31 di Catullo (84-54 a.C.) ricorda il felice ritorno del poeta alla sua casa in Sirmione. Il passo, che attesta la presenza di una proprietà della ricca famiglia veronese dei Valerii nella penisola, è stato messo in relazione con gli imponenti resti della villa fin dal XV secolo, tanto che la denominazione "Grotte di Catullo" è divenuta di uso comune per indicarla nonostante sia stata sicuramente costruita dopo la morte del poeta.
Nel frammento di affresco raffigurante una figura maschile togata, che un rotolo stretto fra le mani qualifica come un letterato, è stato riconosciuto un possibile ritratto di Catullo.
Questa ipotesi si basa sul confronto con una analoga raffigurazione presente nella Casa con Biblioteca di Pompei (VI, 17). Qui, all'interno di una nicchia è rappresentato un poeta che indossa abiti romani e una corona di lauro e che tiene fra le mani un rotolo. Un piccolo Erote, che decora la lampada sospesa sopra il capo del poeta, fa riferimento alla poesia amorosa, genere in cui eccelleva Catullo, e suggerisce la sua identità.
Le analogie fra le due raffigurazioni lasciano supporre che si tratti di due ritratti dello stesso poeta.
Se a Pompei la raffigurazione di Catullo appare un omaggio a un autore celebre e probabilmente caro al padrone di casa, ancora più carica di significati risulta la sua immagine nel luogo dove amava risiedere.

L'affresco è attualmente esposto alla mostra Brixia. Roma e le genti del Po, presso il Museo della Città in Santa Giulia a Brescia.